Perché il domicilio a Gaza, capitale del mondo, nuova Gerusalemme
Pubblichiamo alcune delle molte motivazioni che hanno accompagnato l’elezione di domicilio a Gaza:
• Aderisco con tutta me stessa. Presso il campo profughi di Jabalya. Invito a fare altrettanto tutti coloro che intendano agire perché il mondo resti umano, affinché tutti insieme si provveda, come nostro domicilio, alla ricostruzione di Gaza. In quanto essere umano perché a Gaza torni l’umanità. Perché con lo sterminio nessuno esce vincitore. Fino al ristabilirsi di condizioni di equità per la popolazione palestinese.
• Scelgo la scuola UNRWA di Nuseirat (Gaza): Quando il drone l’ha colpita lo scorso settembre, era il quinto bombardamento che subivano piccoli e grandi ormai in una scuola diventata rifugio. I piccoli si ostinavano a giocare con le macerie ma i sorrisi lasciarono posto alle lacrime, quando 6 educatori UNRWA sono stati uccisi in due attacchi aerei. Tutti ricordano tutto e sono certi che la scuola sarà ricostruita, con tanto di lavagne e giochi, smentendo chi pensava di polverizzare tutto il popolo palestinese (Nandino Capovilla).
• Per essere vicina al popolo palestinese.
• L’indifferenza è un crimine! Fermare il genocidio a Gaza! Stop armi a Israele.
• La situazione è talmente estrema che sono profondamente sfiduciata, ciò non toglie che sono sempre sull’attenti, Anna.
• Almeno possiamo in qualche modo testimoniare il nostro più assoluto dissenso!
• Tutto ciò che si può fare, potrò farlo unitamente alla umanità dei nostri simili.
• Bisogna oggi salvare l’umanità che non sarà mai più come prima ma sappiamo
certamente da dov’era partita, e quindi occorre mettere in piedi un grande movimento per la Palestina del “dov’era e come sarà”.
Nel mio piccolo ho dato inizio ad un movimento pacifista e indosso sempre, quando esco di casa, la kufiya palestinese come simbolo della loro resistenza.
• Gaza. In mezzo alle macerie in ogni persona che resiste eleggo il mio domicilio a Gaza!
• Non riesco più a restare indifferente e a sentirmi complice.
• Con voi… per loro… per tutti noi!
• Le figlie e i figli di Gaza, di qualunque età, sono i nostri figli. Spero questo che serva a smuovere moltissime persone, facendo molta pressione sull’occupante, e per questo ritengo che la lettera dovrebbe essere tradotta in molte lingue e inviata in tutti i Paesi del mondo, e l’ho scritto nella mia mail.
• Faccio quello che posso, quello che devo…
• Chiedo domicilio anche io, in solidarietà con il popolo palestinese.
• Eleggo il mio domicilio a Gazza, in una tendopoli, in qualunque altro luogo degradato i palestinesi stiano subendo il peggior genocidio della storia dell’umanità, il primo che è documentato e di dominio dei governi democratici e no che guardano in silenzio. Si vergognino tutti.
• Fuori la guerra dalla storia.
• Chiedo che tutti i paesi del mondo riconoscano lo Stato palestinese.
• Il gruppo “Donne in cammino per la pace” di Adro, elegge da oggi, 29 luglio 2025, il proprio domicilio a Gaza, presso l’ospedale Nasser di Kan Younis e le sue incubatrici distrutte. Vogliamo portare a Gaza quella parte del nostro paese che sta lottando con noi, perché questo mondo resti umano. Il cuore e i pensieri di tutti noi sono già a Gaza da tempo e costantemente, da oggi sarà anche lì domiciliato il nostro gruppo e questo ci renderà ancora più determinate nel difendere la nostra casa comune e i suoi abitanti. “Lunga vita a Gaza”.
• Sì che è poco quello che posso fare, ma insieme forse possiamo fare il giusto.
• Basta carneficina. Restiamo umani. Eleggo il mio domicilio alla Islamic University dove avrei dovuto svolgere il mio Dottorato. Distrutta la prima settimana di genocidio.
• Implorando per la fine di questo orrore e chiedendo giustizia e risarcimenti per il popolo palestinese.
• Basta guerra e orrore!
• Non è più accettabile essere complici di questa barbarie. La storia ce ne chiederà conto.
• Eleggo il mio domicilio a Gaza ovunque serva, con la speranza ancora viva che accada qualcosa, che i potenti ascoltino la voce dei popoli che vogliono la pace.
• Eleggo il mio domicilio a Gaza perché ogni popolo ha diritto ad esistere
• Eleggo il mio domicilio a Gaza, presso l’ospedale Nasser bombardato e distrutto Gaza è lo spartiacque tra civiltà e barbarie, tra umanità e bestialità senza limiti. Se lasciamo che tutto questo accada impunemente saremo tutti responsabili e non solo del genocidio palestinese, ma della nostra stessa distruzione come esseri umani.
• Aderisco… Facciamo pressione sui nostri politici e la Chiesa perché nelle sedi opportune alzino la voce contro questo genocidio.
• Eleggo il mio domicilio a Gaza dove il primo bambino potrà tornare a giocare senza paura.
• Eleggo il mio domicilio a Gaza, dove i bambini palestinesi vengono uccisi alla ricerca di cibo e acqua.
• Firmo a nome di Sanitari per Gaza Italia, la rete di operatori sanitari aderente a HAJ (Healthworkers’ Alliance for Justice) e che ha documentato la distruzione degli ospedali e l’uso della tortura sui sanitari a Gaza.
• Eleggo il mio domicilio a Gaza presso l’ospedale di Nasser a Gaza e la parrocchia della Sacra Famiglia perché le religioni si parlino e non diventino pretesto di guerre fratricide e disumane.
• Purtroppo non possiamo per il momento che affidarci a gesti simbolici, sperando nella loro efficacia e aspettando di poter fare qualcosa di concreto per loro!
• Eleggo il mio domicilio a Gaza nella speranza che anche questa azione induca i governi europei a riflettere sul loro vergognoso e complice silenzio. Non sono nessuno ma non mi volto dall’altra parte. Il governo italiano continua a sanzionare la Russia di Putin e a foraggiare l’Ucraina di armi. Tace invece di fronte ad un massacro deciso dal governo criminale di Israele.
• Ritorniamo ad essere Umani.
• Come gesto simbolico di protesta contro le stragi e l’orrore quotidiano, scelgo il mio domicilio a Gaza, nel campo profughi di Jabalia, block 4/62, dove vive (viveva?) la mia figlia adottiva RANA EL AREENI. Adozione a distanza tramite SALAAM RAGAZZI DELL’ULIVO.
• Non voglio essere complice delle atrocità che si stanno compiendo contro il popolo palestinese.
• Eleggo il mio domicilio presso l’ospedale di Kan Younis e le sue incubatrici distrutte.
• Eleggo il mio domicilio a Gaza: un gesto minimo, e forse solo simbolico. Ma mi auguro che moltissime e moltissimi lo facciano.
• Il mio cuore è spezzato da tanto dolore e sofferenza. Mi sento inutile e impotente davanti a questo orrore. Ero e sono lì con Voi. Ma oggi di più.
• Non nel mio nome l’uccisione sistematica per fame di una popolazione inerme.
• Eleggo il mio domicilio a Gaza presso la biblioteca Samir Mansour. Sperando che il grido di PACE non vada perduto
• GAZA È DIVENTATA UNA VERGOGNA MONDIALE. COME FAREMO A SALVARCI
CON QUESTA FERITA GRAVE???
• Palestina libera. Due Stati, due popoli.
• Basta genocidio… basta massacro programmato.
• Per una Palestina libera e felice. Affinché questo gesto possa aiutare.
• A Gaza insieme agli ultimi e ai più discriminati.
• Basta genocidio
• Il mondo in mano a pazzi
• Fermiamoli.
• L’impotenza verso la sofferenza di questo povero popolo, costretto a subire violenze disumane di ogni genere da parte di un governo criminale e di tutti coloro che lo sostengono, mi pesa tantissimo e quasi me ne vergogno. Eleggere il mio domicilio in Palestina è una piccola cosa ma se lo faremo in tanti risuonerà una grande voce e dovranno ascoltarci.
• Siamo tutti complici! Dobbiamo esporci e condannare fermamente questo massacro.
• Basta con i genocidi non esistono superuomini o popoli eletti da un dio discriminante e parcellizzante. Ci rendiamo conto dove stiamo precipitando?
• Eleggo a mio domicilio elettivo l’ospedale di Nasser di Kan Younis, per chi in questi luoghi ha il coraggio di rimanere umano di fronte all’orrore.
• Presso l’ospedale Nasser di Kan Younis, perché il futuro di Gaza e quello della nostra umanità sono legati a doppio filo dallo stesso destino.
• Au nom de notre humanité commune, je demande la résidence élective à Gaza.
• Pace, pace, pace.
• Desidero domiciliarmi a Gaza perché lì vivono uomini e donne a cui penso ogni giorno. Nella speranza che cessi questa follia.
• Presso la Parrocchia della Sacra Famiglia, perchè Uno vale Mille, nell’impedire il Genocidio.
• Con il cuore accanto alle palestinesi e ai palestinesi.
• Per essere meno impotente e più vicino al popolo palestinese.
• La storia restituirà la verità.
• Perché siamo parte della stessa famiglia umana.
• A Gaza, dove c’é famiglia e amici metto il mio domicilio.
• Così vivo ancora un po’ più vicino a loro e con loro!
• Le ragioni sono le stesse di chi sente sempre più scomoda la “comfort zone” in cui tutti noi abbiamo la fortuna, peraltro immeritata, di vivere. La disumanità e l’orrore a cui stiamo assistendo non sono più sopportabili.
• Affinché l’umanità prevalga sulla follia e il fanatismo religioso e il popolo palestinese abbia giustizia.
• Deve finire questo orrendo Genocidio infame, la ferocia criminale con cui il governo di Israele sta cercando di eliminare i civili palestinesi è superiore a quella nazifascista, perché la tecnologia armata che usa è molto più distruttiva e disumana. Il Popolo palestinese ha il pieno DIRITTO di vivere nella sua terra.
• Il mio cuore è lì dove sta morendo l’umanità.
• Ahmida: Per i gazawi, per gli assediati in west bank, per la mia terra, per mio padre che non può farvi ritorno e per tutti i palestinesi in diaspora che vorrebbero stare vicini ai loro fratelli.
• Mi sento parte di questo popolo ed eleggo a Gaza il mio domicilio.
• Gaza è nei miei pensieri e nel cuore ogni giorno. Aderisco a tutte le iniziative che possano essere un contributo a fermare il genocidio del popolo palestinese.
• Mi sento complice di questa indifferenza verso un crimine che si chiama genocidio.
• Perché la barbarie deve finire. Oggi siamo tutti gazawi.
• Millenni di storia non hanno insegnato nulla…
• Eleggo mio domicilio la città di Gaza, luogo dove risiede l’umanità insieme ai gazawi e tutti i palestinesi.
• A Gaza, nella speranza di non vedere più tanta sofferenza nelle persone, soprattutto i bambini.
• Aderisco con tutta me stessa.
• Presso il campo profughi di Jabalya. Invito a fare altrettanto tutti coloro che intendano agire perché il mondo resti umano, affinché tutti insieme si provveda, come nostro domicilio, alla ricostruzione di Gaza.
• In quanto essere umano perché a Gaza torni l’umanità.
• Perché con lo sterminio nessuno esce vincitore.
• Fino al ristabilirsi di condizioni di equità per la popolazione palestinese.
• Eleggo il mio domicilio a Gaza presso l’ospedale Nasser di Kan Younis perché questa follia deve finire.
• Sono Luis Miguel Perea. Vescovo ordinario della Orthodox Anglican Church in Europe, responsabile delle comunità in Italia, Spagna e Germania Vicario generale dell’arcivescovo Primate sua grazia Joshua Gilliam. Chiedo di avere la residenza a Gaza ed autorizzo l’utilizzo del mio nome per promuovere questa iniziativa. Luis Miguel Perea, OAC.
• Per curare la mia anima tra le macerie e i perseguitati di questo genocidio.
• Sperando che abbia fine questo orrore.
• Per la pace nel mondo.
• A Khan Younis, presso la famiglia Al-Zarab. Vorrei ricordare così una donna incinta uccisa da un missile e sua figlia nata prematura e morta dopo poco.
• Per dare un futuro da subito a chi sta vivendo in quel territorio. Eleggo il mio domicilio a Gaza perché tutti gli esseri viventi hanno il diritto di vivere con dignità e in libertà. Perché non è un problema loro, ma di tutti noi. Basta con questa disumanità! Basta con questo orrore!
• Un gesto, un sussulto di umanità, un brivido di speranza come le campane che la sera del 27 hanno dato voce al silenzio per non assistere impotenti al massacro di un popolo. Restiamo umani!
• È un atto di protesta, è un modo per dire non possiamo restare indifferenti a guardare il genocidio in atto da parte del governo Netanyahu.
• Perché è insopportabile quello che sta accadendo.
• Gaza è una ferita che sanguina con grande frequenza nella mente e nel cuore.
• Ho 87 anni, ma aderisco idealmente ad eleggere domicilio a Gaza.
• Per restare umana.
• Con il cuore accanto alle palestinesi e ai palestinesi.
• Je choisi Gaza comme domicile.
• Presso l’ospedale Nasser di Kan Younis, con la speranza che possa contribuire alla cessazione degli ingiustificabili massacri in atto da parte dell’esercito israeliano, compiuti nella pressoché totale indifferenza delle società occidentali.
• Domicilio a Deir al-Balah, dove si muore mentre si aspetta di mangiare… Con la bocca spalancata di disperazione e le braccia in croce verso l’alto in cerca di aiuto. La città ritrovi la salvezza iscritta nel suo nome che significa ‘Monastero del dattero’: il dattero, considerato sacro sia nel Corano che nella Bibbia, è simbolo di resistenza, vittoria, pace e fertilità.
• A Gaza, contro la barbarie e la crudeltà di questa assurda guerra.
• Subito stop alla guerra!!!
• Atto di speranza e perché non si perda mai il bisogno di conoscere, di leggere, di scambiare conoscenza.
• Sezione ANPI “Magni Magnino” di Agliana (PT) per ribadire che ogni popolo ha diritto di vivere libero e in pace nel proprio territorio e mettere fine al “genocidio” che, il capo del governo israeliano, sta perpetrando nei confronti del popolo palestinese.
• Sperando di contribuire a fermare la strage degli innocenti.
• “Donne in cammino per la pace” di Adro: vogliamo portare a Gaza quella parte del nostro Paese che sta lottando con noi, perchè questo mondo resti umano. Il cuore e i pensieri di tutti noi sono già a Gaza da tempo e costantemente, da oggi sarà anche lì domiciliato il nostro gruppo e questo ci renderà ancora più determinate nel difendere la nostra casa comune e i suoi abitanti. “Lunga vita a Gaza”,
• Mi sento impotente e non so cosa si possa fare per fermare questo orrore.
• Gaza, un luogo dove i fiori rifioriranno, dove risorgeranno nuovi palazzi in stile arabo a pareti ricoperte da minuscoli diversi ricami, dove nei cortili si potranno risentire gli schiamazzi dei bambini. Una Gaza che potrà godere del rigoglio della vita sui mercati, sulle strade e nei cuori della gente. “Sono a Gaza”.
• Con profonda indignazione e dolore.
• Eleggo il mio domicilio elettivo a Gaza, per puro egoismo! Solo così riesco a far tacere la mia coscienza… mi sento così inutile come essere umano! Io che credevo nella mia utilità come donna e come cristiana…spero nel ritorno della Pace.
• Nei miei 86 anni di vita rabbrividisco e mi piange il cuore per il genocidio perpetrato con tale disumanità sul popolo di Gaza.
• Lunga vita a Gaza! Libertà e giustizia per il popolo gazawi e palestinese tutto, da troppo tempo sotto assedio e martirizzato.
• Perché il mio cuore è in frantumi per il genocidio perpetrato a questa inerme popolazione.
• Per stare vicina moralmente a chi viene senza alcun motivo sterminato.
• In un qualsiasi luogo di cultura,di cura e di lotta, in una scuola di un campo profughi, tra i medici, gli attivisti e anche tra i militanti delle brigate che si oppongono all’aggressione sionista, affinché possa sentirmi vicino di casa di tutta quella gente che vuole restare e tornare un giorno nelle proprie terre. Un diritto ad esistere e ad autodeterminarsi. Con ogni mezzo necessario, liberi dall’oppressione coloniale, il più possibile uniti, Palestina libera… dal fiume fino al mare.
• Il nostro Signore, nostro Dio, ci aiuterà insieme a tutti i fratelli residenti in questa terra.
• Per attivare una rete di pace.
• Per aiutare il popolo palestinese.
• Eleggo il mio domicilio a Gaza, in tutti quei luoghi dove si cerca di sopravvivere alle bombe di Israele, a soccorrere una popolazione inerme, a cercare di informare e di accendere una luce su quanto sta realmente accadendo, al popolo palestinese.
• Per poter essere parte della sua ricostruzione. Per piantare un mandorlo (cfr. profeta Geremia) ora che siamo nella disperazione. Vorremmo prendere domicilio presso una chiesa per poter dare speranza e accoglienza a tutti e tutte e per tracciare strade di perdono.
• Per partecipare alle sofferenze della popolazione palestinese. FERMIAMO IL GENOCIDIO.
• Costernati per il genocidio del popolo palestinese.
• Per la ricostruzione di Gaza, per la difesa della dignità del popolo palestinese e per la riaffermazione dei valori universali di giustizia, pace e umanità. Con questa elezione simbolica, desidero contribuire alla crescita di una rete di coscienze attive, affinché Gaza viva, e con essa la nostra comune umanità.
• Istarion teatro: presso la biblioteca di Samir Mansour, per esercitare i nostri interessi di tutela della preziosa attività formativa e culturale necessaria per il rispetto vero dei diritti umani.
• Per essere vicina a bambini, donne e uomini che una politica non umana vuole sterminare.
• Sono sdegnato e affranto dalla disumanizzazione con cui un popolo viene scientificamente eliminato per fare posto ad un altro, contro ogni etica o legge internazionale. La reazione dei nostri rappresentanti eletti non è a mio avviso conforme a quanto necessario fare, viziata da interessi di parte ed equilibri di potere. Forse la mia vicinanza a queste persone potrebbe essere di aiuto, semplicemente come messa a disposizione come compagno di banco con cui parlare quando se ne trova la forza.
• Che questo abominio di genocidio abbia fine.
• La Pace, la sola cosa a cui tendere, costi quel che costi.
• Eleggo il mio domicilio a Gaza, in Palestina. In una tenda, accanto ai palestinesi sfollati della tendopoli di al-Mawasi. In un tunnel, accanto agli ostaggi israeliani rapiti e tenuti prigionieri. E anche in Cisgiordania, accanto agli attivisti nonviolenti del villaggio palestinese Umm al-Khair. Ecco, ora avrò paura. Soffrirò la fame. Forse perderò un occhio. Un braccio. Una gamba. O forse morirò. Ma chi, con ferocia, avrà violato il mio corpo e la mia mente, deve sapere che chiunque nasca su questa Terra ha diritto all’esistenza. A determinare la propria esistenza. E la propria libertà. In pace.
• Rilancio con tutto il cuore ai miei contatti.
• Mi sento in colpa per essere qui a vivere in uno Stato libero.

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